Di: Luciana Gesualdo
Quando indossi una divisa sei esposto. E’ come se stessi in vetrina, ma non protetto, custodito, solo esposto, esposto a tutto.
Sei visibile , sei identificabile, sei riconoscibile e qualsiasi cosa tu faccia, anche bere un bicchiere d’acqua o andare al bagno, avrai lo sguardo del mondo addosso, perché i vestiti che indossi sono il simbolo di un’ appartenenza a qualcosa.
Diventi, cioè, parte di un insieme, è come se perdessi la tua identità personale.
Ebbene, questi vestiti pesano come macigni, perché ogni errore, ogni incertezza, ogni mancata azione è amplificata all’ennesima potenza.
Non ci si può permettere di essere umani. Chi indossa una divisa è un alieno che deve essere pronto a tutto e soprattutto competente oltre misura.
Non importa se non c’è stato sufficiente aggiornamento, non importa se ti sei perso qualcosa per strada, per cercare di essere tra i primi nel tuo settore di impiego.
In certi ambiti è bene sapere di tutto un po’ , non essere il primo tra tanti in un determinato campo d’azione. Si, è così. Perché se poi hai lacune non vali nulla. Non vali per quello che sai, ma per quello che non sai.
Chi indossa una divisa è soggetto ai ricatti del mondo, ricatti psicologici che si basano sul pietismo o sulla difesa del “debole” e ci si dimentica che tutti gli indirizzi d’azione sono dettati da norme e regolamenti e dalla politica del momento.
Chi indossa una divisa è in balia della strada e dello squilibrato di turno, che a suo piacimento può farti vittima per un’azione che reputa ingiusta o per paura, per ritorsione, per qualunque cosa.
Chi indossa una divisa se non agisce, o cerca di essere una “polizia di prevenzione, di prossimità” e non di “repressione”, del tipo “ti avviso che, ti spiego che se, la prossima volta se“, agli occhi del giurista è colpevole di omissione d’atti e chi forza la mano per mettere le cose al posto, quando la giurisprudenza rende vani gli sforzi operativi sul campo, è accusato come niente di abuso di potere.
Anche per una semplice multa, chi indossa una divisa si può trovare in un’aula di tribunale a doversi pagare un avvocato civilista, nella migliore delle ipotesi, altrimenti un penalista, per difendersi dalla qualunque e il più delle volte dal nulla che avanza.
Chi indossa una divisa è sempre sotto i riflettori e rischia la vita tutti i santi giorni che mette piede fuori casa.
Chi indossa una divisa deve perdere il suo tempo a dividere tifosi facinorosi allo stadio o prestare servizio d’ordine a manifestazioni o eventi anche inutili, che se si svolgessero nella normalità non necessiterebbero di tanto impiego costoso di risorse.
Chi indossa una divisa ha degli strumenti in dotazione, ma se li usa passa i guai, i guai seri. E’ come avere un kit e far finta di non averlo, perché se poi lo utilizzi ti dicono che potevi evitare, che non serviva, che hai commesso reati vari o semplicemente il reato di eccesso di legittima difesa, che davanti hai bambini, ragazzi, donne, vecchi, malati psichiatrici, soggetti deboli, che hanno solo commesso un reato per giunta rivedibile, etc…
Chi indossa una divisa rischia di perdere un pubblico impego ogni giorno, perché se qualcuno ti vuole fare del male, prima o poi riesce, usando qualsiasi mezzo, qualsiasi ricatto. Chi indossa una divisa non ha diritto alle ferie, ai permessi studio, alle visite mediche, secondo la pubblica opinione, altrimenti è un fannullone che succhia risorse ai contribuenti.
Chi indossa una divisa, per quattro spicci e per colpa di gente che delinque , che vive senza regole, che vive di soprusi, che vive di niente, può perdere la sua vita. La vita ha valore. La vita è sacra.
Onore Mario Cerciello Rega