Credo vivamente che il primo passo per contrastare il bullismo tra i giovani sia quello di imprimere nella mente dei nostri figli un concetto fondamentale, uno dei capisaldi della psicoanalisi, difficile per molti da mettere in pratica, ma se ci si lavora da giovani lo si riesce a fare più velocemente e con maggiore facilità. Mi riferisco all’essere “liberi dal giudizio dell’altro”. Cosa significa veramente questo concetto e che nesso esiste con il fenomeno del bullismo? Se insegnassimo ai nostri figli ad ambire a non diventare “polli da batteria”, a non essere omologati agli altri, capiranno meglio il concetto di diversità ed oltremodo di libertà di espressione del proprio “io”. Partendo dalla consapevolezza che esiste un altro da se, che chi si distingue è la famosa pecora nera in un gregge di pecore bianche, si imprimerà in una mente in crescita che non tutti siamo uguali e che chi è differente non è “strano”, “sbagliato”, ma verosimilmente “speciale”. Tutto parte dalla libertà dal giudizio altrui e dalla necessità di allontanarsi dalle “etichette”, dai “marchi di fabbrica”, che rendono una moltitudine di persone uguali. Potrei descrivere i giovani di oggi nel loro modo di vestire, nel modo di parlare, manipolare iphone e quant’ altro, senza cadere in errore. Il problema, oltre ad essere sociale e chiaramente proprio dell’indole di ciascuno, sono anche i messaggi che rimandiamo. Se continuiamo a marchiare a fuoco i nostri figli secondo canoni prestabiliti, non li aiuteremo mai ad essere liberi. E’ dalla libertà di essere che parte tutto il resto, passando dall’accettazione di se a quella del prossimo. Se insegniamo ai giovani il rispetto per la diversità, se insegniamo ai nostri figli che non si deve piacere a tutti, che non è necessario divenire uniformi per stare al mondo, ma seguire il proprio sentire, i propri sentimenti, le proprie inclinazioni, non curanti dell’opinione di terzi, potremmo veramente apportare un grandissimo contributo alla loro crescita e renderli più armoniosi con loro stessi e con il resto del mondo. Viviamo intrisi nei giudizi altrui. Certo, tutti noi diciamo la nostra, lo faccio anche io , ma c’è differenza dall’ esprimere contenuti asettici, rispetto al volerli inculcare o a lanciarli addosso all’altro come dardi, per ferire. Io posso dissentire , posso non approvare, ma questo non significa poi che io debba umiliare o esternare con cattiveria gratuita il mio sentire come fosse una sacra scrittura, su tutto che nel mondo troveremo sempre chi la pensa come noi e chi invece è lontano anni luce. Quello che non dobbiamo mai accettare è di piegarci all’ altro, alle critiche non costruttive di persone che salgono sui pulpiti e non guardano alla loro vita come a un punto di partenza, bensì di arrivo.
Ognuno di noi per i figli ambisce al meglio. Preferisco che i miei figli crescano con la consapevolezza delle loro idee, piuttosto che anche solo con la convinzione delle mie. Ogni volta che parlo al più grande ( di sette anni di età), gli prospetto delle possibilità. Cerco di fare in modo che sia lui a prendere posizione. La mia più grande ambizione è quella che non faccia mai carte false per farsi accettare dall’altro , ma ragioni sempre e solo con la sua testa. Vorrei avesse chiaro il concetto che la strada da percorrere è la sua, di nessun altro e se sarà convinto delle sue scelte e delle sue idee, allora potrà andare avanti senza paura di soccombere a nessuno e senza timore di essere sovrastato da chicchessia. Ovviamente per fare questo , oltre all’ impegno personale, è necessaria la fortuna di avere dinanzi giovani forti dal punto di vista della struttura cognitiva ed emotiva, ma mettiamocela tutta, liberiamoli dal peso del giudizio. Chi è libero, solitamente, lascia liberi.
Luciana Gesualdo
Pubblicato sulla pagina Facebook ‘Prevenzione Bullismo’ di Teresa Manes