Chi non accetta la parola fine

Ogni deriva comportamentale trae origine dal senso di possesso, dalla gelosia e dal rifiuto. Il genere umano confonde il sentimento di amore con quello di possesso e di gelosia. Le più grandi perversioni, i più grandi odi e rancori , e i gesti più efferati partono proprio da questa base. L’amore di per sé è tutt’altro. L’amore è un atto di altruismo, l’amore è generosità, comprensione, soprattutto stima verso l’altro, l’amore è libertà! Chi ama lascia liberi. Costringere qualcuno a sé equivale a dichiarare la morte celebrale di un rapporto, che seppure dovesse proseguire non ha futuro, non ha possibilità di risveglio. E’ un amore in coma irreversibile, che rimane in stato vegetativo per non ferire l’altro, per non privarlo di interessi economici comuni, per non privarlo della vicinanza dei figli e per tanti altri motivi soggettivi. L’amore è una scelta che si rinnova, non una costrizione, non un’inerzia dettata dal tempo o dall’abitudine, non una relazione costretta dalla presenza di figli. Tutti devono poter essere liberi di amare. Alcuni uomini non accettano che una donna possa cambiare , che una donna possa avere interessi altri. La donna diventa di proprietà , è un oggetto del desiderio, è un soggetto da contendere, è una preda da monopolizzare. La donna perde così il diritto di essere, il diritto di emozionarsi e soprattutto di innamorarsi, perde cioè la possibilità di mutare i propri interessi, di uscire dalla routine di una vita stretta , perché qualora lo facesse verrebbe subito additata come prostituta. Le prostitute pero’, con tutto il rispetto per la categoria che di sicuro bene non se la passa, vengono pagate, percepiscono reddito, vendono il loro corpo in cambio di denaro e non sono coinvolte a livello emotivo. Agiscono per interesse o per costrizione e non per amore. L’uomo insicuro, l’uomo bigotto, l’uomo malato di mente si presenta come un cane che alza la zampa e urina per marcare il suo territorio. Quando si rende conto che c’è un’ invasione della “proprietà privata “ allora , invece di lottare per recuperare l’impossibile, invece di mostrare di saper fare un passo indietro laddove non c’è più nulla da fare, invece di comprendere che due strade possono dividersi, che i sentimenti possano finire per sempre, preferisce eliminare dalla faccia della terra la persona che ha avuto vicino. Preferisce toglierle il diritto alla vita, perché cio’ che è stato “suo” non debba essere di nessun altro. Alcune categorie di uomini hanno sempre temuto che la propria compagna potesse consumare un rapporto fisico con un altro uomo. Questo è sempre stato considerato un affronto. Un’ assurdità se ci si pensa . Uno si dovrebbe più preoccupare se la persona al proprio fianco possa passare delle notti insonni a pensare ad un’altra, se possa essere attratta dalla testa di un’altra, se possa provare sentimenti travolgenti per un’altra. L’dea che l’uomo al mio fianco possa essersi passato una notte in compagnia di una bella signora, sperando di non venirlo mai a sapere, non mi farebbe mai lo stesso effetto che il sapere che è il suo cuore ad essere coinvolto, non il suo basso ventre. La sola carnalità è qualcosa di meramente passionale e istintivo. Diverso è il sentimento, diverso è l’interesse, diversa è la stima, diverso è la ricerca spasmodica di trascorrere del tempo con una persona, volerne sentire l’odore, ascoltarne la voce, condividerne una gioia, piangere insieme, progettare un futuro. Ma l’uomo no, l’uomo è diverso (per fortuna non tutti hanno il cervello dell’ampiezza di un’arachide). L’uomo considera un disonore l’intrattenimento sessuale. Cio’ che è stato suo non deve essere di nessun altro, pensieri che spaventano e fanno rabbrividire. Proprio in virtu’ di questo, proprio in virtu’ del fatto che la donna è di proprietà , la donna è un oggetto che non può permettersi di lasciarlo, non può permettersi di disinnamorarsi e poi innamorarsi di un’altra persone, non può permettersi una notte d’amore con un altro, perché altrimenti via ai gesti scellerati, alla pazzia che prendere piede. Quando si cova tanto odio, tanto rancore, significa sempre che non si è mai provato tanto amore. La ripicca, il dispetto, il gesto scellerato, sono un crescendo di frustrazione, di incapacità di considerare l’altro come un essere umano libero e pensante. Te ne accorgi subito come sono fatte le persone, soprattutto quando soffrono. Alcune tirano fuori il meglio che hanno , perché è quello portano dentro di se. Altre il peggio, perché del peggio sono fatte. Posso arrivare a capire il dolore del rifiuto, posso arrivare a capire il lutto della perdita, a tutti è accaduto, ma ripudio quelle persone che vivono intrise di desiderio di vendetta, di odio, di rancore, persone che non hanno nulla davanti a sé, persone che non sono in grado di rimettersi in gioco, di ricostruirsi, di ripartire da zero, persone che non hanno interessi, che vivono di ricordi, che camminano con la testa all’indietro invece che in avanti, persone ferme al momento della rottura, nonostante il passare degli anni, persone che sono fatte del nulla che avanza, persone che si credono talmente perfette e intoccabili che quando arriva la mazzata non sanno reagire se non con la violenza e la prevaricazione, perché sono abituate ad averle tutte vinte e non sono avvezze alle riposte negative. L’unica arma di difesa che abbiamo per educare i nostri figli è quella di inculcare loro il concetto di libertà di azione e di pensiero, perché solo le menti aperte e libere possono essere in grado di comprendere, anche non condividendo o soffrendo, solo le menti aperte possono accettare la sofferenza, mettere il punto e andare a capo. Solo una mente forte è in grado di accettare che la vita cambi e che ci sono mille strade da percorrere, solo una mente forte sa che deve legare la sua vita a scopi precisi, a interessi, e non a cose e persone, solo una mente libera comprende che nulla è per sempre e che tutto è soggetto a mutamento. La mente è un muscolo che va allenato.

L.G.