A volte guardo certi papà con ammirazione. Alcuni di loro sono meglio di noi mamme. Giocano con i figli , entrano nel loro mondo, nella loro vita, perché vivono i loro contesti amicali e di gioco. Quant’ è bello quando in piazzetta, nel mio quartiere, vedo i papà che giocano a calcio con i figli e i loro amici. Apprezzo i sorrisi di complicità, le battute, il divertimento, lo sfotto’. Giocano per giocare, anche a nascondino, attivamente, non con dispositivi elettronici, dove si è in due, dove si gioca per se stessi di fatto, dove c’è poco e niente da dirsi. Mi commuove sempre tutto questo, mi commuove pensare che un domani quelli che saranno adulti ricorderanno ogni momento condiviso con il genitore. Una mamma, effettivamente, dovendo pensare a ogni cosa tralascia l’aspetto del gioco, che di fatto è importantissimo. Il gioco, ancor più, tra gli amici di sempre del proprio figlio significa: io voglio divertirmi con voi, voglio condividere i vostri momenti, ma non per fare l’amico adulto, ma per conoscere i vostri amici e voi che vi relazionate con loro, il come cambiate, il cosa dite, il come giocate, il come rispettate le regole della convivenza. Che belli questi papà. Vorrei dirglielo, a volte lo faccio, ma oggi lo grido. Bravissimi quei papà che abbracciano la vita dei figli, che incidono il loro spazio vivendo il quotidiano, che li seguono ovunque, nello sport, a scuola e nei bisogni più sciocchi, perché i bambini si sa, si ricorderanno chi c’era quando? Chi mi ha regalato l’opportunità di? Chi mi ha seguito passo passo? Chi non mi ha mai lasciato solo? Chi si è sacrificato per me? Chi si è privato del suo tempo e dei suoi svaghi per me? Chi mi ha messo sempre e comunque al primo posto? E la risposta necessita di essere doppia , mai singola, altrimenti qualcosa è andato storto e i nostri figli hanno vissuto a metà.